Valorizzare per tramandare

Dovendo dare un titolo qualche tempo fa al “numero unico” dedicato ai primi dieci anni di attività degli “Amici del C-119” scegliemmo “Valorizzare per tramandare”, uno slogan che ci sembra il più appropriato per sintetizzare il significato di ciò che intendiamo realizzare oggi a favore dell’aerotrasporto militare.
   In un paese che ha ancora in molti campi una memoria condivisa e che dimentica tutto rapidamente, recuperare e salvaguardare l’eccezionale patrimonio umano e professionale che una specialità come l’aerotrasporto militare ha accumulato è un’operazione di indubbio valore storico e culturale, oltreché un doveroso omaggio ai protagonisti via via succedutisi.
   Purtroppo la scarsa cultura aeronautica esistente da noi e la mancanza di un vero spirito di appartenenza alla specialità hanno portato negli anni a trascurare, se non a dimenticare, aspetti ed elementi significativi per creare e valorizzare una adeguata memoria storica. Per questo motivo molti sono stati indotti a considerare la raccolta e la conservazione di documenti e cimeli, che il susseguirsi degli eventi fornivano, un esercizio di inutile zelo e di dannosa nostalgia… Non diversamente, il ricordo e la considerazione degli “ex” della specialità sono stati affidati soltanto alla sensibilità, alla cultura ed all’iniziativa dei singoli, sollevando il reparto da ulteriori e scarsamente paganti… compiti istituzionali.

Ricordare il passato non è andato oltre così il classico “vasetto” con cui arricchire o infiorettare anniversari e raduni, senza quel vero interesse e quella necessaria cultura per essere credibili nella pletora di gesti ed atti dettati dalla circostanza. Lo testimoniano del resto molti dei comportamenti tenuti, in materia di salvaguardia delle tradizioni e di incentivazione dello spirito di corpo, nei periodi antecedenti o successivi alla celebrazione in calendario.
Questi aspetti negativi hanno impedito che si sviluppasse, come in altre aeronautiche, una cultura storica diffusa e condivisa per poter salvaguardare e valorizzare l’immenso patrimonio costituito dal passato. Ecco perché l’iniziativa privata, da parte di enti culturali ed associazioni, è divenuta l’unica strada percorribile e credibile per aggregare quanti vogliono tramandare il significato, il valore e gli insegnamenti del loro operato all’interno di una forza armata o di una singola specialità, affinché divengano patrimonio per le generazioni successive.
Con gli “amici del C-119” nel 1996 lanciammo la prima iniziativa in Italia di aggregazione intorno al simbolo di un velivolo ed i risultati conseguiti hanno dimostrato ampiamente la bontà e l’originalità dell’idea ispiratrice.

  Le direttrici su cui ci siamo mossi erano quelle tracciate nel progettare l’iniziativa: mantenere vivo il ricordo dei 24 anni di attività del velivolo C-119 nei cieli italiani attraverso iniziative culturali, sociali e amatoriali, nonché raccogliere tutti coloro (piloti, specialisti e paracadutisti) che avevano operato con il glorioso “Vagone Volante” o che vi erano affezionati per passione ed interesse ai velivoli storici.
Il motore dell’operazione è stato senza dubbio il recupero culturale a 360°, senza peraltro trascurare l’aspetto sociale con la ricerca e il coinvolgimento del maggior numero di “affezionati”. In quest’ottica la disponibilità di un archivio storico ha funzionato da fonte e supporto per le attività del gruppo.
   Anche nell’organizzazione degli annuali raduni è stata dato un taglio culturale, assegnando a ciascuno un tema preciso rievocativo e producendo sintesi storiche da distribuire ai partecipanti ed a disposizione degli interessati agli argomenti di volta in volta trattati.
   Circa la scelta delle sedi dei raduni, questa ha privilegiato le località dove si trovavano i velivoli C-119 sopravvissuti o che potenzialmente ne potevano divenire dimora – come nel caso della Brigata Paracadutisti “Folgore” – per richiamare l’attenzione con la nostra presenza sulla necessità di una loro conservazione e valorizzazione. Un’azione, questa, quantomai necessaria che nel tempo ha dato i suoi frutti.

   Ma dichiararsi “amici” di un velivolo significa anche e soprattutto collaborare e, all’occorrenza, realizzare direttamente il restauro degli esemplari rimasti. Questa azione non poteva prescindere da una ricerca preventiva ad ampio raggio di tutte le componenti utilizzabili per i restauri e il completamento degli allestimenti interni ancora reperibili, sia presso magazzini di forza armata che presso privati.

  Si è iniziato così a ricostruire un cruscotto completo ed altri componenti, per poi passare al concorso ad operazioni di restauro di velivoli C-119 interi. Tutto questo senza trascurare l’aspetto “sociale”, recuperando e soprattutto valorizzando gli incarichi ed i ruoli assolti dagli “ex” con il velivolo nell’ottica di un fondamentale rispetto di ciò che il passato aveva rappresentato singolarmente e collettivamente.

   Gli obiettivi prefissati sono stati gradualmente raggiunti e l’indice di gradimento da parte degli aderenti ci ha significativamente sostenuto nel cammino intrapreso. Non solo ma i tempi hanno dimostrato di essere maturi per estendere l’area di interesse ad altri velivoli da trasporto radiati o in via di dismissione per creare una vera e propria memoria storica della specialità.

  Non pretendiamo e nemmeno ci illudiamo tuttavia che tale progetto possa incontrare un’adesione vastissima: coloro che non sentono il desiderio di tramandare valori e cultura, o che considerano irrimediabilmente esaurita la loro appartenenza ad una specialità con la fine del servizio attivo, riterranno inutile aggregarsi intorno ad un simbolo del passato. Chi invece si riconoscerà nelle finalità dell’iniziativa sarà nostro gradito compagno di viaggio e quindi non potremo che rivolgergli il più caloroso “Benvenuto a bordo!”.

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